PANORAMA DELLA CITTA' CON IL PONTE DEL DIAVOLO.
Cividale del Friuli è uno dei luoghi sacri dell’enologia: molte delle grandi cantine friulane si trovano nei paraggi, in quelli che vengono chiamati Colli Orientali, ma Cividale del Friuli è anche una bellissima cittadina sulle rive del Natisone
Ed è proprio il Natisone a tracciare il profilo inconfondibile di questo paese a pochi chilometri dal confine: il suo celeberrimo Ponte del Diavolo infatti è l’immagine classica a cui si associa la città.
CANON EOS 600D con ob. SIGMA 10-20 f./4-5,6 EX DC HSM.
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PANORAMA CON IL PONTE DEL DIAVOLO.
Cividale, fondata tra il 56 e il 50 a.C., si chiamava Forum Julii, in onore di Giulio Cesare, che nel 49 a.C. la elevò a Municipium. Più tardi avrebbe assunto il titolo onorifico di colonia ed aggiunta alla X Regio.
I Longobardi il 2 aprile 568 condotti da Alboino entrarono in Italia e Forum Julii divenne la prima sede del suo ducato. Il figlio di Alboino, Gisulfo, fu il primo dei diciassette principi che governarono Forogiulio prima della venuta dei Franchi (774).
Nella primavera del 773, Carlo Magno su invito del papa Adriano I, scese in Italia, e sconfitti i Longobardi si proclamò loro re. Nel 787 moriva il Patriarca Sigualdo e Carlo Magno nominò S. Paolino suo successore.
Dopo la decadenza di Aquileia, Cividale fu la più importante residenza patriarcale fino a quando nel 1222 un terremoto la lesionò, costringendo il Patriarca a trasferirsi a Udine. Utilizzata sempre più stabilmente quest'ultima perché più centrale, Cividale continuò comunque ad avere un posto eminente in tutto il Medio Evo nella storia regionale.
SI CONSIGLIA LA VISIONE IN LARGE.
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PANORAMA CON IL PONTE DEL DIAVOLO.
Le prime notizie riguardanti un ponte risalgono al Duecento. Si trattava di un manufatto in legno che richiedeva continui interventi e restauri.
Nel 1422 iniziò la costruzione di un ponte in pietra, progettato da Jacopo Daguro da Bissone.
I lavori proseguirono nel 1447 sotto la guida di Erardo da Villaco e furono portati a termine da Bartolomeo delle Cisterne. Distrutto durante la prima guerra mondiale dalle truppe italiane (ottobre 1917-disfatta di Caporetto), nel tentativo di rallentare l'avanzata del nemico, fu ricostruito dagli austriaci (1918).
L'attuale ponte è alto 22 m dal letto del fiume, è lungo circa 50 m ed è caratterizzato da due monumentali arcate. Il pilastro centrale poggia su un masso di roccia naturale.
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UNA SOSTA AL BAR.
La storia millenaria di Cividale del Friuli offre numerosissimi elementi di interesse artistico e culturale. Il ruolo importantissimo che ha rivestito in Friuli, nel Regno longobardo prima e nel Patriarcato poi, ha profondamente segnato il suo tessuto urbano e sociale.
Queste tracce sono visibili tutt’ora nelle sue vie, sotto terra, nei palazzi, nelle chiese e nei musei.
Arroccata sulle rive del fiume Natisone, Cividale ha mantenuto intatta nei secoli la sua aura nobile e austera, degna di una Capitale quale è stata. Fra le sue mura e i suoi musei troveremo opere romane, cristiane, pagane, ma soprattutto longobarde. Questa infatti è la vera anima di Cividale, una delle sette capitali del Regno Longobardo in Italia.
APPROFITTO DI QUESTA FOTO RILASSANTE PER DARVI APPUNTAMENTO FRA 4 GIORNI, IN QUANTO SARO' IN TRASFERTA PER LAVORO FINO A GIOVEDI' PROSSIMO.
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LA DISCESA DEI LONGOBARDI.
I Longobardi, avanzarono verso sud-est lasciando la loro patria nel basso Elba. Verso il VI secolo si convertirono al cristianesimo dell’eretico Ario. Intorno al 547 l’imperatore Giustiniano concesse loro alcune terre nella Pannonia e nel Norico (le attuali Ungheria e Austria orientale) come premio per aver sconfitto i Cedidi, un’altra tribù germanica che fu alla fine distrutta con l’aiuto degli Avari nel 567.
Il 2 aprile 568 condotti dal loro re Alboino valicarono le Alpi Giulie e scesero per le valli del Natisone portando con se le loro famiglie e i loro animali. Il primo centro abitato di una certa importanza che incontrarono fu Forum Julii.
Alboino fece di Cividale la prima sede del suo ducato in Italia, ponendovi in veste di duca suo nipote Gisulfo, primo dei diciassette principi che governarono Forogiulio prima della venuta dei Franchi (774).
Nel 737 vi si insediò il patriarca di Aquileia Callisto che iniziò una lunga serie di patriarchi che scelsero come residenza a Cividale, fino a quando, nel XIII secolo, fu preferita Udine. Nel 610 fu distrutta dagli Avari ed ogni ricordo romano spari. La ricostruzione longobarda fu lenta ma adeguata alle nuove esigenze.
Sotto i longobardi la città si chiamò Civitas Austriae, nome che più tardi si semplificò in Civitas e quindi trasformandosi nella lingua friulana in Cividât, assunse poi l’odierna forma di Cividale.
Di Cividale furono i re d‘Italia Rachtis (744-749) e Astolfo (749-756), fratelli; Paolo di Warnefrido, detto Diacono (ca. 730-799) lo storico dei Longobardi; S. Paolino (730-803) poeta, teologo e poi consigliere di Carlo Magno.
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