Un’opera per la bonifica
La Repubblica di Venezia ha sempre avuto la necessità vitale di sottrarsi all’impaludamento della propria laguna, a causa dei limi trasportati dai fiumi che vi sfociavano, e al conseguente eccessivo apporto di acqua dolce, che favoriva l’insorgenza della malaria.
Per questo, a partire dal quindicesimo secolo, la Serenissima realizzò nel territorio di Musile e del Basso Piave imponenti opere idrauliche di deviazione fluviale, quali lo scavo del canale Fossetta, la deviazione del fiume Piave e il Taglio del Sile.
Il fiume Sile un tempo sfociava a Portegrandi di Quarto d’Altino, ma nel 1683 viene deviato il suo corso tramite il canale Taglio del Sile, che ne trasferisce le acque sul vecchio letto del Piave, a sua volta deviato più ad est, per cui l’ultimo tratto viene detto anche Piave Vecchia. Sfocia infine nell’Adriatico, andando a dividere il Lido di Jesolo dal Litorale del Cavallino (porto di Piave Vecchia).
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Il passo Gardena è un valico alpino delle Dolomiti, posto a 2.121 m s.l.m. tra la val Gardena e la val Badia, tra il gruppo del Sella a sud e il gruppo del Cir a nord, mettendo in comunicazione Selva di Val Gardena con Corvara in Badia
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La catastrofe del Vajont è avvenuta nella notte del 9 ottobre del 1963 in una zona a cavallo fra le regioni del Friuli e del Veneto. Dal monte Tóc, situato nel comune di Erto e Casso in provincia di Pordenone, si staccò un’enorme frana che, precipitando nel lago artificiale sottostante, provocò una gigantesca ondata che si abbatté sugli abitati limitrofi e sulla cittadina di Longarone, radendola al suolo.
Il bacino del lago artificiale era stato creato con la costruzione di una grande diga a doppio arco posta a sbarramento del corso del torrente Vajont. Il torrente scorreva nell’omonima valle in Friuli, dove si trovano Erto e Casso, e immettendosi nel Piave giungeva in Veneto, a toccare il luogo dove sorgeva Longarone, oggi ricostruita.
Per non dimenticare 1918 morti.
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Salendo al sito Neolitico del Mondeval , verso Forcella Ambrizzola
Riserva Naturale M Pelmo-Mondeval-Passo di Giau
Belluno Italia
L'Uomo del Mondeval.
Lo scheletro del cacciatore mesolitico
L'importanza di Mondeval è legata ad un sito archeologico preistorico. Si tratta di una scoperta eccezionale: è la sepoltura di un cacciatore di epoca mesolitica, perfettamente conservato col suo corredo funerario.
Il sito archeologico fu rinvenuto nel 1985, sotto un masso erratico di dolomia, da Vittorino Cazzetta da Pescul di Selva di Cadore, un appassionato della sua terra sia dal punto di vista geologico che storico. Cazzetta aveva notato alcuni reperti, in particolare manufatti litici e resti di pasto, nel terriccio accumulato da una marmotta impegnata nello scavo della propria tana. Gli scavi sono avvenuti sotto la direzione del prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell'Università di Ferrara, interessato a condurre delle indagini approfondite su quel sito; dal 1986 al 2000, il docente ha portato a termine quindici campagne di scavo e con l'aiuto di studiosi e di studenti ha trovato importantissime testimonianze sulla frequentazione umana risalenti ad oltre 80 secoli fa
Il ritrovamento più rilevante del sito di Mondeval è stato la sepoltura del cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta importantissima, essendo, ad oggi, l'unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota (2.150 m circa). Inoltre, è da ricordare la straordinaria conservazione del corredo funerario collocato attorno allo scheletro, con reperti organici (in particolare resti di pasto e resine con propoli) che hanno ampliato notevolmente le conoscenze paleontologiche.
Oggi lo scheletro del cacciatore del mesolitico è conservato nel nuovo museo di Selva di Cadore, mentre a San Vito di Cadore si può ammirare un calco identico all'originale, messo a disposizione dal prof. Guerreschi per la mostra sulle testimonianze lasciate dall'archeologia in territorio sanvitese.
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Il Caminito del Rey è un percorso costruito lungo le pareti del Desfiladero de los Gaitanes a El Chorro, vicino a Álora. Si tratta di un passaggio pedonale di 3 km con lunghe rampe larghe appena 1 m sospese fino a 100 m di altezza sul fiume, su delle pareti praticamente verticali.
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