Ovidio narra nelle Metamorfosi la leggenda della ninfa Siringa, che per sfuggire alle attenzioni dell’invaghito Pan, il dio delle foreste, venne trasformata dalle sorelle Nàiadi, le ninfe dei fiumi, in un fascio di canne palustri. Nell’inseguire la ninfa Siringa, un disperato Pan si trovò davanti ad un cespuglio di canne fiorite, che mosse dal vento emettevano un suono delicato. Disorientato e non sapendo quale canna lei fosse diventata, ne tagliò sette di lunghezza decrescente e le unì insieme con la cera creando uno strumento musicale, al quale diede il nome della sua amata ninfa Siringa. Queste canne sonore vengono anche dette "flauto di pan”. Da allora Pan vaga nei boschi portando sempre con sé quel flauto e dicendo: Così, così continuerò a parlarti, “Hoc mihi colloquium tecum”.
Non a caso la parola siringa significa flauto.
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